2004 VISCONTI Giorgetto Giugiaro è ancora protagonista di un prototipo Alfa Romeo decisamente particolare, nato con l’idea di diventare davvero un modello di serie (così come era avvenuto con la Brera, prototipo di coupé da lui disegnato nel 2002 e che dopo tre anni vide l’uscita sul mercato) e che invece rimase modello unico senza ricevere il nulla osta dalla dirigenza di Arese. Esposta al salone di Ginevra del 2004, Visconti, questo il nome della concept - car, non fu accolta dal pubblico e dalla critica con lo stesso entusiasmo che invece due anni prima ricevette la Brera. La sua linea evidenziava in modo forse troppo marcato la personalità di Giugiaro e meno i canoni che potevano essere riportati ai concetti Alfa Romeo, quei concetti che da sempre hanno contraddistinto le berline sportive del Portello prima e di Arese dopo. L’iniziativa fu autonoma del Centro stile Italdesign, lo studio torinese di Giugiaro, sebbene supportata da Alfa Romeo che mise a disposizione il pianale “premium” nato dalla joint-venture Fiat-General Motors, sul quale poi fu sviluppata la 159, sempre grazie alla felice matita di Giugiaro. Giugiaro era all’epoca impegnato nella proposta di alcune particolari ed eleganti berline di aspetto marcatamente sportivo destinate al marchio Bugatti e la particolare conformazione “due volumi” della carrozzeria era stata, con un certo successo, già sperimentata sulla Bugatti EB112. La conformazione “due volumi” della carrozzeria non ha sempre prodotto nelle berline soluzioni entusiasmanti e Giugiaro da grande innovatore e visionario ha tracciato una strada che poi è stata seguita da altri produttori su vetture come la Classe CLS di Mercedes-Benz o la A5 Sportback di Audi, creando di fatto il nuovo e redditizio filone delle berline-coupé. Visconti, pur essendo una concept-car disegnata da uno dei più grandi designer del mondo dell’auto, non si presenta particolarmente futuristica, però propone in anticipo stilemi e aspetti che ritroveremo negli anni a venire: il frontale, ad esempio, basso ed arrotondato, con poche nervature e assenza di spigoli, persino nella forma del classico scudetto, rispettava già allora le attuali norme di omologazione previste per la protezione dei pedoni, in caso di investimento. La vettura presenta anche il tradizionale gioco di luci nelle vetrature, tipico del linguaggio stilistico di Giugiaro. La parte frontale esprime una forza molto marcata, grazie ai tre fari carenati da un unico elemento trasparente e allo scudetto, particolarmente voluminoso. La parte posteriore rispecchia il formalismo minimalista tipico del designer torinese, poche concessioni ai fronzoli e linee chiare, morbide a segnare un volume importante. La soluzione adottata poi, permetteva di usufruire di un bagagliaio molto importante. Il nome del prototipo è stato adottato da Giorgetto Giugiaro in onore dello stemma visconteo presente nel marchio di casa Alfa Romeo, in previsione di adottarlo per segnare con un cenno di nobilità la destinazione della vettura ad ammiraglia della casa. Come sappiamo Visconti non vide la luce e Alfa Romeo dovrà aspettare ancora molti anni per avere una degna erede della 164, vettura molto amata che ha segnato un’epoca nel settore premium delle ammiraglie europee. |
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